Bentornati all'appuntamento con la newsletter di A occhi aperti,
il festival internazionale di fumetto e illustrazione che
organizziamo a
Bologna dal 13 al 17 novembre.
Il programma completo del festival è online.
Oggi invece vi raccontiamo il progetto speciale che
attraversa questa edizione di A occhi aperti.
Abbiamo invitato Dominique
Goblet, pioniera e maestra del fumetto sperimentale,
a interagire con spazi e istituzioni culturali di Bologna,
intrecciando disegno, cinema e altri linguaggio. Ci piace
mostrare questa grandissima artista, ancora poco conosciuta in
Italia, per mettere in luce l'importanza del suo lavoro, sempre
focalizzato sulla sperimentazione profonda con le figure e la loro
capacità di farsi storie. La sua opera continua a
dimostrare una vivacità e una capacità rara di interrogare il mondo,
ed è perfetta per esplorare il tema del festival, il rapporto
fra corpo e paesaggio.
Il progetto speciale è ricco e comprende la mostra Costellazioni alla
ex Chiesa di San Mattia; due incontri allo spazio DAS; sessioni
di dediche; appuntamenti dedicati all'Accademia di Belle Arti e
una rassegna di film scelti da Goblet al Cinema Modernissimo.
Ci
piace iniziare questo percorso con un breve ritratto, per far
conoscere questa autrice a chi non l'ha ancora incontrata e potrà
farlo dal 13 novembre al festival.
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"(...) mentre tentiamo di creare finzioni pure, ci
aggrappiamo a ciò che ci è successo. In fondo, le storie inventate
sono sempre la nostra vita intima".
Si apre così Souvenir
d'une journée parfaite, il secondo libro di
Dominique Goblet che intreccia il racconto di due personaggi:
una donna che vaga in un cimitero in cerca della tomba del padre, e
un uomo in fin di vita che lascia tutto per trascorrere il tempo che
gli resta con l'amante (è con lei che vive la "giornata
perfetta" del titolo).
Il libro esce nel 2002 per la casa editrice Frémok,
che Goblet ha contribuito a fondare, e mostra i tratti
ricorrenti del suo stile: il disegno espressionista, l'uso
particolare del testo, una trama data dall'accostamento di frammenti
e la presenza forte del paesaggio.
L'introduzione
è anche una dichiarazione di poetica: ogni progetto di Goblet nasce
da un'esperienza, lavorata e trasformata fino a diventare narrazione.
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Souvenir d'une journée parfaite, FRMK, 2002
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Dominique Goblet nasce a Bruxelles nel 1967 da padre
pompiere e madre casalinga. La sua vita familiare è segnata da
episodi di violenza che racconterà nell'autobiografia Faire semblant c'est mentir,
con cui nel 2007 raggiunge il successo internazionale.
Goblet si avvicina al disegno da bambina e impara presto
a leggere e scrivere per immagini. Questa sua abilità però non viene
riconosciuta per via delle sue difficoltà con la lettura dei testi
scritti, e la sua storia scolastica turbolenta si conclude con l'iscrizione
all'Institut St-Luc, dove segue il corso di Illustrazione. È lì che
entra in contatto con un collettivo che vuole fare fumetto
alternativo. Non conosce quel linguaggio ma, attratta dalla
sperimentazione, si unisce al gruppo che diventerà Frémok, casa
editrice che ha segnato l'evoluzione del fumetto sperimentale
franco-belga.
Nei
primi anni '90 il gruppo pubblica le riviste “Frigobox” e “Frigorevue", con
l'ambizione di portare il fumetto verso le arti plastiche e
distruggere la tradizione della linea chiara. All'epoca Goblet è una
delle pochissime donne ad affermarsi nella scena indipendente, non
senza difficoltà.
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Faire
semblant c'est mentir,
L'Association, 2007
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Il libro con cui raggiunge la notorietà, Faire semblant c'est mentir,
è frutto di un decennio di lavoro e mostra gli strati del tempo
alternando stili e tecniche diversi. I due libri successivi, del
2010, prendono strade del tutto diverse. Chronographie
è una collaborazione tra Goblet e la figlia Nikita: per sette anni,
le due si incontrano ogni settimana per farsi reciprocamente un
ritratto. Il risultato è un volume che, con ogni giro pagina, mostra
l'evoluzione del rapporto madre-figlia e dei rispettivi disegni.
Les Hommes-loups
è invece uno studio sul senso di minaccia, una storia senza parole in
cui Goblet si lancia verso la pittura, abbandonando ogni nozione
classica di fumetto.
Formatasi
in un collettivo, Goblet ha una lunga storia di collaborazioni con
artiste e artisti, spesso non professionisti. Oltre alla figlia,
realizza due volumi con l’illustratore Kai Pfeiffer, Plus si entente
(2014) e Le
jardin des candidats (2024), con cui conduce uno
studio su erotismo e potere; e pubblica L'amour dominical con
Dominique Théate, artista con disabilità che incontra durante un
laboratorio al centro La grande S.
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Di libro in libro, il paesaggio occupa sempre più spazio
nelle sue storie, e oggi Goblet è al lavoro su una trilogia che
esplora proprio questa dimensione, e che sarà al centro della
mostra Costellazioni.
Il primo capitolo della trilogia è Ostende, nome
della città belga sul Mare del Nord in cui Goblet arriva
nel 2020, dopo la fine di una lunga relazione. È il giorno
prima dell’inizio del lockdown e il paesaggio, di solito pieno di
gente e confusione, d'improvviso è deserto. Goblet comincia a
dipingerlo e, poco alla volta, "vede"
apparire due personaggi femminili: una è Irène, una donna di
circa sessant'anni ritratta nell'atto di slacciarsi il reggiseno - un
gesto di liberazione che sfida i canoni di bellezza. L’altra è
una majorette che marcia fiera sulla spiaggia, simbolo di rinascita.
Nel secondo capitolo, Les
forêts sombres (ancora inedito e visibile
in anteprima a A occhi aperti), l paesaggio cambia e i nudi
femminili attraversano foreste disegnate a carboncino, tra giochi di
luce.
È
questo il nucleo della mostra Costellazioni, che inaugura il 14 novembre alle
19.30 alla
ex Chiesa di San Mattia, luogo dalla storia
eccentrica che ben risuona con le immagini di Goblet. Intorno a
questo nucleo centrale si dirama un percorso che attraversa l'intera
carriera di Goblet, dai primi libri agli ultimi lavori, ancora
inediti e presentati in anteprima esclusiva al festival.
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Per completare questo ritratto a tutto
tondo, Sigaretten pubblica Paesaggi di carne,
un libro - il primo di Goblet edito in Italia - che raccoglie disegni
dai suoi libri e carnet e un'intervista che le abbiamo fatto durante
la progettazione della mostra. Il libro sarà disponibile al bookshop
di A occhi aperti, allo spazio DAS, dove Goblet parteciperà anche ad
alcune sessioni di dediche.
Anche sull'ultimo numero della
rivista "gli Asini", già disponibile su
abbonamento od online, si può leggere un'intervista a Goblet,
parte di un più ricco dossier su questa edizione del festival.
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Aspettando il festival, i primi eventi cominciano
già questa settimana con Resilienza trans,
la mostra di Jul
Maroh che inaugura sabato 2 novembre alle
16.30 allo spazio DAS. Realizzata in collaborazione con Gender
Bender, la mostra prosegue fino al 17 novembre: info e orari
sono su aocchiaperti.net.
Vi aspettiamo a Bologna!
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Il progetto speciale Dominique Goblet è realizzato
in collaborazione con Musei Nazionali di Bologna - ex Chiesa di San
Mattia, Fondazione Cineteca di Bologna, Erasmus Mundus in Culture
Letterarie Europee - Università di Bologna, Accademia di Belle Arti
di Bologna, Galerie Martel, Sigaretten.
Con il contributo di Wallonie-Bruxelles International.
La mostra Costellazioni
è all’interno del cartellone di attività dell’ex Chiesa di San
Mattia.
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A occhi
aperti. Disegnare il contemporaneo
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A
occhi aperti è realizzato con il sostegno di Regione
Emilia-Romagna, Comune di Bologna | Settore Biblioteche e
Welfare Culturale,Fondazione Carisbo, Musei Nazionali di
Bologna - Pinacoteca Nazionale di Bologna, Accademia di
Belle Arti di Bologna, Fondazione Cineteca di Bologna.
Main partner Gruppo Hera
Con il contributo di Università di Bologna - Master Erasmus
Mundus in Culture Letterarie Europee, Institut Français
Italia, WBI.
In partnership con PHI Hotels, DAS, StickerMule.
Nell’ambito di Patto per la lettura di Bologna.
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